Madrine di guerra
Erano le ragazze che, durante il conflitto, scrivevano ai soldati per sostenerli moralmente. Oggi alle 16.30 un incontro alla Biblioteca nazionale di Napoli
Si parla di corrispondenza durante la guerra oggi a Napoli.
Magari non si conoscevano nemmeno, oppure il rapporto era appena superficiale, originando episodi particolari. Uno di questi lo raccontava un anno fa il “sergente nella neve” Mario Rigoni Stern su “Storie di posta”. “C'era una ragazza -è la sua testimonianza- conosciuta al ritorno dal fronte francese, che mi scriveva da Intra: un giorno mi arriva una sua lettera con la ben nota fascia di censura, usata per richiuderla dopo l'apertura e il controllo e munita del timbro. La apro e dentro ci trovo anche un bigliettino con la nota: «Questa ragazza scrive anche al sergente Tale del tal reparto». Questo avevano scritto i censuranti, trasformatisi in spie.
Caso, forse, più unico che raro. Resta il fatto che durante il Secondo conflitto mondiale tante ragazze italiane scrivevano ai militari al fronte. “Una corrispondenza -precisano dalla Biblioteca nazionale di Napoli, dove oggi alle 16.30 si tiene sull'argomento un incontro- di conforto e sostegno”. Una comunicazione empatica, e “non pochi soldati trovarono così le loro spose”.
Nasce da tale contesto “Madrine di guerra”, firmato da Fondazione Giovanni e Lucia Di Trapani e appunto Biblioteca nazionale di Napoli. All'iniziativa interverranno la presidente della Fondazione, Annamaria Di Trapani Falconio, il docente alla Seconda università di Napoli Giulio Sodano (il tema del suo intervento è: “Il contesto storico-sociale dei primi anni '40”), la ricercatrice dell'Università “Alma mater studiorum” di Bologna Elena Cortesi (“Le «madrine di guerra»”), il direttore della Biblioteca Mauro Giancaspro.
Durante il confronto si collegherà da Roma in videoconferenza il giornalista e scrittore Antonio Ghirelli.
Tratto da VACCARI - Filatelia Editoriale